sabato 2 luglio 2011

La scimmia dei fulmini - parte seconda

Penso che da quando l'uomo ha messo piede in questo mondo i fulmini son sempre stati visti come qualcosa di sovrannaturale, d'altronde nell'antichità son sempre stati abbinati a divinità a qualsiasi latitudine. Le tecnologie di oggi, la scienza ci ha permesso di capire meglio questo fenomeno, il suo perchè e il suo sviluppo sminuendo di fatto quella che per secoli è sempre stata una paura ancestrale dell'uomo. La differenza di ponteziale elettrico fra nuvola e terra (ma anche fra nuvole e nuvola) determina un fulmine eppure, nonostante ciò, penso che ogni volta che osserviamo questo fenomeno, una paura atavica o una forma di rispetto istintivamente ci tiene lontani da questo evento.
Ovviamente questo non è il mio caso...ricordo che fin da bambino i temporali mi hanno sempre affascinato (e terrorizzato mia madre ;-)) e li guardavo sempre dalla finestra. In particolar modo mi piacevano quelli che vedevo durante le estati che trascorrevo in Polonia e la loro violenza era sopra la norma. Quando cominciai a interessarmi alla fotografia mi ripromisi di provare a fotografare i fulmini ma allora non avendo le conoscenza per poterlo fare non riuscii a cavare un ragno dal buco. Nel 2009 ebbi un colpo di fortuna: allora ero a Cerreto Alpi e c'erano condizioni perfette: le saette si scaricavano fra nuvola e nuvola e non si abbattevano al suolo. Corsi a prendere la macchina fotografica e mi precipitaii lungo la SS63 in quei pochi punti da dove potevo fare qualche scatto. Il risultato è il seguente, non perfetto, ovviamente perchè fotografare i fulmini è forse la cosa per cui serve più fortuna....












Queste foto le ho fatte dove la SS63 si è interrotta a causa della frana e ho puntato verso il Ventasso. Come prima volta son rimasto soddisfatto ma ovviamente c'è ancora tanto da migliorare....e non tanto come tecnica ma come composizione. E sopratutto occorre avere pazienza e rispetto...perchè rispetto?Qualche giorno dopo a Scandiano ci fu un forte temporale e io corsi in collina perchè volevo fare altre foto ai fulmini. Era una saetta continua e mi stavo apprestando a fare foto...fino a che un fulmine non cadde vicino a dov'era con relativo fischiamento di orecchie. Diciamo che non ero esattamente gradito nel posto e dopo qualche istante raccolsi le mie cose e tornai a casa...solo che nel mentre cominciò a piovere a dirotto e a grandinare. La strada che porta dal Monte Evangelo a casa mia era un fiume in piena e ho faticato non poco a condurre la macchina giù per i tornanti ma arrivai a casa senza grosse conseguenze anche se le orecchie continuarono a fischiarmi ancora per un po....questo per dire che avere troppa foga nel fare le cose può portare a conseguenze indesiderate e, ora come ora, quando si tratta di fare foto ai fulmini valuto molto meglio la cosa e la tratto con molto più rispetto.

Fare foto ai fulmini è una cosa relativamente semplice: occorre un cavalletto, un telecomando per lo scatto remoto e...un temporale ;-). Io per fare queste foto ho usato queste impostazioni:

ISO100 - F5.6 - 30 sec di esposizione

Questa è una regola "generale" che può essere variata a piacimento ma senza esagerare. La sensibilità è meglio tenerla più bassa possibile (ISO100 o 200 Nikon, ISO50 nelle Canon ove possibile), il diaframma non tenerlo eccessivamente aperto (non scenderei sotto F5 per evutare una foto eccessivamente piatta e non salirei oltre F6.3 per evitare tempi eccessivamente lunghi che potrebbe precludere la realizzazzione della foto) e i tempi tenerli fra i 30 secondi e il minuto al massimo per permettervi di impressionare il fulmine. E tanta fortuna occorre perchè, nonostante si faranno diversi scatti non in tutti verranno registrate le saette questo perchè se il fulmine cade all'inizio dell'esposizione la macchina non riuscirà a registrarlo e l'optimum è quando cade verso la fine dell'esposizione, nel momento in cui la macchina è riuscita a registrare l'immagine che state riprendendo.

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